Lo slogan “Il DPS non sarà mai più al potere – con chiunque, tranne il DPS” è insostenibile, antidemocratico e scandaloso. Tuttavia ci siamo abituati, proprio come ci siamo abituati ad altre cose scandalose in questi tre anni. Primo. Se è vero che un partito votato da un quarto degli elettori non può far parte del governo, significa che un quarto degli elettori non ha diritto di eleggere il governo. Il loro voto non viene conteggiato quando si forma il governo. Quello: hai imbiancato invano, hai votato invano. C’è un nome per tutto questo: discriminazione. Secondo. Se il DPS non riesce ad arrivare al potere, il vincitore delle elezioni sarà noto in anticipo. E se si sa chi vincerà le elezioni, perché tenere le elezioni? Le elezioni in cui si conosce in anticipo il vincitore sono tutt’altro che democratiche. L’idea di democrazia è il cambio di potere. Se il governo non può essere sostituito, non c’è democrazia. In Montenegro sono possibili solo le ricomposizioni della maggioranza del 30 agosto. È come avere un partito, quindi il potere dipende dall’equilibrio di potere tra le sue fazioni. In Montenegro, il principio valido: “indipendentemente da quando si sono svolte le elezioni, vince chi ha vinto le elezioni del 30 agosto”, rende ovviamente superfluo lo svolgimento di tutte le elezioni successive. Un sistema in cui le elezioni sono superflue è un sistema totalitario. Terzo. Il DPS non è vietato. Non esiste alcuna ragione giuridica per cui quel partito non possa essere al potere. Sarebbe bene che lo capissero anche i vertici del DPS. Per raddrizzarsi, alzare la testa e la voce e smettere di comportarsi come se fossero colpevoli di qualcosa. Ciò che era prima, era prima di loro. L’unica cosa che si può e si deve dire delle storie contadine sul “peccato primitivo” è: grasso. Il quarto. “Il DPS non può essere al potere” suona ancora più bizzarro perché il governo attua la politica del DPS. Di tutti quegli annunci secondo cui, quando vinceranno il potere sull’onda del litio, cambieranno tutto, non c’era niente. Oggi Andrija Mandić attua docilmente le decisioni di Milo Đukanović, contro le quali una volta protestò davanti all’Assemblea e vi fece morire di fame, ad esempio quella sul riconoscimento del Kosovo. I democratici si scagliano contro il film per evitare che qualcuno colpisca la NATO, contro la quale allora si accanivano. Il PES conduce la sua politica estera esattamente come ha scritto il DPS. Quinto. Questo slogan è stato a lungo uno strumento attraverso il quale altri partiti al potere ricattano e controllano il PES. Se, in quanto partito più forte, il PSE non può lavorare con il DPS (ad esempio, se sostiene il governo di minoranza del PES), significa che il PSE deve lavorare con tutti gli altri. Ciò significa una minore capacità di coalizione del PSE. E ciò significa che il PES deve dare a tutti tutto ciò che cercano, perché non esiste alternativa. L’ultimo. “Mai con DPS” è un modo più carino per dire una cosa molto semplice: sempre con Front. Il che significa: sempre con Mosca.

Nikad sa DPS-om znači: vazda sa Frontom. A to znači: vazda sa Moskvom



di Key-Asparagus-2461

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