DISCLAIMER: Questa è la mia opinione soggettiva basata sul mio background di studente di storia. Non esitate, se avete un altro punto di vista (politico, scientifico o altro) a scriverlo nei commenti.

Buonasera a tutti,

Ieri sera ho scritto un post per chiedervi cosa ne pensate dello spettacolo di Pacôme Thiellement sul media Blast e intitolato L’Impero non è mai finito per pura curiosità di conoscere le vostre opinioni visto che avevo pensato di dare le mie in un post a parte.

Ho conosciuto Pacôme Thiellement e contemporaneamente i media Blast nel 2022, con il suo video su Nikocado Avocado, un episodio della sua serie Infernet. Mi è subito piaciuta molto la narrazione di Thiellement e sono stato completamente d’accordo con le sue osservazioni. Ma ho perso rapidamente interesse per Blast poiché i canali di notizie non sono ciò che mi piace guardare di più. Poi mi sono imbattuto nel suo video su Gesù, Gesù contro il cristianesimosecondo episodio di L’Impero non è mai finito. Sebbene in generale l’episodio e il suo approccio mi siano piaciuti molto, qualcosa mi dava fastidio, qualcosa in me mi diceva che non era giusto.

Prima di entrare nel vivo della questione vorrei sottolineare due cose: la qualità della narrazione di Thiellement e la regia degli episodi che li rendono molto piacevoli da guardare.

Cominciamo.

Essendo laureato al Master 2 in Storia medievale, il mio giudizio è negativo poiché, secondo me, Pacôme Thiellement non fa né storia né esegesi, ma ideologia, politica, un romanzo nazionale che potrebbe essere paragonato a un discorso di sinistra.

Il primo punto che criticherò è il postulato fondamentale di Thiellement: contrapporre un Impero Romano opprimente ed eterno, che è sopravvissuto al tempo trasformandosi continuamente, assumendo ora la forma della Chiesa, ora quella dei re merovingi e poi carolingi, ad un manciata di individui che combattono contro questo sistema, Gesù Cristo a capo. Questo è un punto di vista molto discutibile poiché l’Impero Romano non è sopravvissuto fino ai nostri giorni. Certo, ne abbiamo ereditato alcune caratteristiche (vedi l’aspetto del nostro Senato) ma non lo siamo, in senso strettoRomani. Allo stesso modo, continua a dire che il romanzo nazionale mente (cosa che impariamo al primo anno di laurea in storia contemporanea), ma Thiellement ne crea uno nuovo attraverso la sua serie L’Impero non è mai finitoe arriva fino ad affermare (a volte come provocazione, e lui stesso lo accetta) che i francesi non esistono, o che la Francia non è mai stata cristiana. Solo che sì, il territorio chiamato oggi "Francia"fu una delle primissime terre ad essere convertite, non invano vi furono costruite chiese, e la costruzione dell’identità francese è un lungo processo che inizia con il re Filippo II (1165-1223, re dal 1180 al 1223), il primo sovrano a designarsi "Re di Francia" e niente di più "Re dei Franchi"designando la sua funzione attraverso il territorio e non più attraverso il popolo che guida, ha poi attraversato la Guerra dei Cent’anni che ha visto la comparsa di un sentimento "nazionale" (parola da usare con molta cautela o addirittura non usare affatto quando si parla di epoca premoderna) che si esprimeva attraverso la fedeltà alla dinastia regnante, ai santi protettori e simboli del regno, la propaganda glorificante dei re, una considerazione del re come incarnazione del regno, la creazione di miti delle origini (francesi e inglesi che si dichiarano discendenti dei troiani) e l’uso della lingua come strumento di questo sentimento "nazionale" (Il francese fu bandito dall’Inghilterra, ad esempio, a vantaggio esclusivo dell’inglese), poi, infine, per un’attrazione verso le nazionalità, che formavano una nazione europea, che apparve veramente nel XVIII secolo con i romanzi nazionali e tutti i sentimenti nazionalisti attraversando l’Europa in quel momento.

Insomma, la premessa di base della sua storia alternativa è molto traballante.

Secondo punto, anacronismi. Nel suo video su Cesare, critica il fatto che Giulio Cesare sia stato indulgente, anteponendo questa parola prima o dopo ciascuno dei massacri e delle azioni violente commesse dal generale romano, non definendo in nessun momento cosa significasse questa parola per un romano di origine romana. il I secolo a.C. In tal modo, giudica un’epoca antica con i pensieri di un uomo del 21° secolo, cosa che non dovrebbe essere fatta nella storia. Nel suo video su Gesù, afferma che Gesù è a "modello di antirazzismo"cosa che Matthieu Lavagna confermerà a sua volta nel suo video di sfatamento di quello di Thiellement; tuttavia non si dovrebbe più parlare di protorazzismo per l’epoca antica e medievale, la forma moderna e attuale del razzismo che appare in epoca moderna; inoltre, per quanto riguarda l’Antichità, i popoli erano piuttosto xenofobi, si consideravano l’apogeo della civiltà vista come un dono degli dei. Gli Egizi e i Mesopotamici consideravano il luogo in cui vivevano il centro del mondo, delimitato da terre caotiche dalle quali dovevano difendersi (la missione del re in Mesopotamia) o lottare per garantire l’ordine del mondo (quello del faraone di ‘Egitto). Nel suo video su Giovanna d’Arco, la rende (ancora una volta, presenta le sue osservazioni come una provocazione) una sinistra, mentre con Gesù la rende una proto-rivoluzionaria progressista. Anche se Gesù ha rivoluzionato il mondo con il suo messaggio, dobbiamo, ancora una volta, non fare anacronismi. Quando scrissi la mia tesi di primo anno sul filosofo ed ecclesiastico Nicola da Cusa (1401-1464), nonostante quest’ultimo avesse idee che ai nostri tempi considereremmo normali in termini di tolleranza religiosa, mi fu consigliato di specificare che Nicola di Cusa fu soprattutto un uomo del suo tempo, e non un uomo del primo Rinascimento: così, in La pace della fedesebbene consideri tutte le religioni come porte che conducono a Dio, solo il cristianesimo permette veramente di raggiungerlo.

Terzo ed ultimo punto: l’opposizione sistematica e il messaggio ideologico e politico. Nella sua serie, Pacôme Thiellement contrappone ogni volta due individui (Cesare contro Vercingétorige, Gesù contro Paolo). Nel suo primo episodio, basandosi su poche fonti, disumanizza totalmente Cesare, paragonandolo regolarmente a una macchina, a un robot, perché viene descritto come freddo, preciso, nelle sue azioni e nei suoi scritti; Ora, mi sembra normale pensare che Giulio Cesare deve aver riso, pianto, sorriso, insomma deve essere stato umano. Fa di Gesù un progressista il cui messaggio sarebbe stato distorto dalla Chiesa, e prima di tutto da Paolo, mostrato come un conservatore. Sebbene sia vero che la Chiesa ha commesso atti che vanno contro il messaggio d’amore di Gesù, Paolo riassume il messaggio d’amore e di perdono di Cristo nel capitolo 4 del suo Lettera agli Efesiniversetto 32 (https://www.aelf.org/bible/Ep/4). Ma la cosa più grave per me della sua serie è, in primo luogo, il fatto che identifica i francesi attuali con gli abitanti della Gallia, del regno dei Franchi e della Francia, utilizzando l’espressione "Noi"evocando "No oppressioni" quando parla di atti repressivi compiuti da questo o quel sovrano o generale per esempio, mentre noi non siamo queste popolazioni del passato, tutto questo per mandare un messaggio, e anche un’ideologia di sinistra che sarebbe, come dell’Impero Romano, eterno, e due che nei commenti di YouTube si dichiara che quella che dice dovrebbe essere la storia insegnata dalla scuola all’università: chiedono quindi, senza dubbio senza saperlo, che venga insegnato un romanzo nazionale.

Concludo questo lunghissimo post con questo: anche se non pretendiamo di essere storici quando ci avviciniamo alla Storia, dobbiamo produrre lavoro storico. La storia non deve essere cooptata politicamente o ideologicamente, né dalla destra né dalla sinistra.

Grazie per l’attenzione.

Buonasera a te!

Mon avis sur L'EMPIRE N'A JAMAIS PRIS FIN de Pacôme Thiellement sur Blast.
byu/Ea50Marduk infrance



di Ea50Marduk

4 Comments

  1. Gulliver on

    Juste pour te remercier pour le post d’hier justement. Je n’ai pas connu de confrontation d’idées aussi riche et d’échanges aussi respectueux depuis le temps que je traine ici. J’adore l’Histoire et je n’en suis pas spécialiste loin de là, je lis beaucoup et la discussion d’hier m’a ouvert quelques liens intéressants.

    Merci encore

    [edit] j’ai oublié de mentionner ma dernière lecture “l’empire qui ne veut pas mourir” à ma portée, lu d’une traite.

  2. ben, perso j’apprécie plutôt sont travail. Le roman national est évidemment orienté, et cela fait du bien d’entendre le revers d’une même pièce car c’est surtout le roman bien droitard et royaliste que l’on entend (Surtout celui de Napoléon). Evidemment ce n’est pas de l’histoire avec son exigence, c’est romancer donc avec des facilités.

    Apres, il serait bien que l’école, dès ces débuts, instruise à l’histoire dans sa complexité plutôt qu’un roman qu’il soit de droite ou de gauche.

  3. De_Golry on

    > Pacôme Thiellement ne fait ni de l’histoire, ni de l’exégèse, mais de l’idéologie, de la politique, un roman national qui pourrait s’apparenter à un discours de gauche.

    Il ne prétend pas faire un travail d’historien universitaire. Quel est le problème alors ?

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