Natiq Qasimov era noto per la sua eroica presa di posizione “Last Man” in una chiesa vicino al villaggio di Pirlar a Khojaly nel 1992. Fu l’ultimo sopravvissuto di una piccola squadra di 7 uomini e si dice che abbia combattuto per 5 giorni prima di arrendersi alle minacce armene di giustiziare 22 civili azeri. prigionieri di Khojaly. Le sue ultime foto e i resoconti dei suoi ultimi giorni furono per lo più documentati dal fotografo italiano di guerra Enrico Sarsini. C’è un eccellente documentario su questo argomento intitolato “The Son”. La sua ubicazione e il suo destino dopo che Sarsini ha lasciato il campo armeno rimangono sconosciuti fino ad oggi. Vengono lanciate molte teorie, specialmente quelle secondo cui sarebbe ancora vivo in qualche modo ma non sono mai state fondate. Si ritiene tuttavia che sia stato torturato e ucciso dopo la partenza di Sarsini. Aveva 19 anni al momento della sua morte. Il “generale” Vitali Balasanyan era l’ufficiale responsabile di lui e si rifiutò di riconoscere la sua esistenza nonostante il suo volto fosse chiaramente visibile nelle fotografie mentre interrogava Natiq. L’Armenia fino ad oggi rifiuta e nasconde il destino dei prigionieri civili e militari della prima guerra. Ad oggi non è stata avviata alcuna indagine o inchiesta ufficiale. Eppure le terribili scoperte di resti umani durante i lavori di costruzione in Karabakh raccontano resoconti raccapriccianti del loro destino finale. Possano tutti riposare eternamente in pace.

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di Reimor

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