Il senatore Manfredi Potenti (Lega) presenta una proposta di legge che chiede l’abolizione dell’uso del femminile nei documenti ufficiali. Il testo prevede che negli atti pubblici si scriva termini quali ‘sindaco’, ‘questore’, ‘avvocato’, ‘rettore’, e ‘ministro’. Multa fino a 5k per inadempienza.
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/07/21/basta-con-sindaca-e-avvocata-negli-atti-pubblici-arriva-la-proposta-di-legge_c92966f0-5de5-42e8-bf59-7372bfe2bf80.html
di Lunaedge
3 Comments
Sinceramente non so neanche come commentare questa notizia. L’ipocrisia di chi vuole “difendere la lingua italiana”, salvo poi volerla piegare alle proprie storture. Non mi aspetto nulla di diverso da certa gente, per carità, ma resto comunque senza parole.
La mia notaia si incazzava come una bestia perché la chiamavo ‘notaia’ e non ‘notaio’. Ma in modo passive-aggressive, non lo ha mai detto direttamente ma per esempio cambiò l’intestazione nelle lettere e trovava sempre il modo di inserirci un “come suo notaio, le suggerisco di…”
In ufficio aveva anche incorniciata una lettera di LVI a suo babbo, per atti di eroismo in africa
Visto che il senatore medio della lega non sa bene l’italiano, sindaca, rettrice eccetera non solo sono parole italiane (suppur introdotte nel dizionario relativamente di recente), ma è pure sbagliato non utilizzarle.
Articolo di Treccani usato come fonte: https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/scritto_e_parlato/Sindaca.html
Il senatore, per “difendere” la lingua italiana, in realtà le reca danno, e si espone anche come misogino.