In una recente intervista, Aliyev ammette che la presidenza di Trump è stata fruttuosa e deludente con l’attuale amministrazione

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Aliyev ha recentemente dichiarato che l’Azerbaijan stava ricevendo più supporto dall’amministrazione Trump per quanto riguarda Armenia e Artsakh. Sono delusi dall’attuale amministrazione democratica per quanto riguarda la stessa cosa.

Ecco le parti rilevanti di una recente intervista:

se si guarda allo sviluppo della nostra relazione, in particolare agli aspetti visibili, ovviamente, con l’amministrazione repubblicana, le nostre relazioni sono sempre state molto più produttive, fruttuose e orientate ai risultati. Basta guardare le mie comunicazioni con i leader e i presidenti americani e tutto sarà chiaro. Durante la presidenza del presidente Trump, abbiamo goduto di una cooperazione molto fruttuosa basata sul rispetto reciproco e sull’apprezzamento del sostegno reciproco su diversi binari. Le nostre relazioni con gli Stati Uniti erano piuttosto stabili. Nonostante gli alti e bassi, che non sono stati avviati da noi. C’erano solo aspettative esagerate dall’Azerbaijan che non si sono materializzate.

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Siamo profondamente delusi dall’atteggiamento di questa amministrazione americana nei confronti dell’Azerbaijan. Un approccio unilaterale, tentativi di costruire linee di divisione nel Caucaso, un incontro molto strano tra il Segretario di Stato americano, il Presidente della Commissione europea e l’Alto rappresentante dell’UE, e il signor Pashinyan il 5 aprile a Bruxelles, e tentativi di finanziare il rafforzamento militare armeno attraverso la cosiddetta European Peace Facility. Sapete come la chiamano: Peace Facility. E tutto questo è contro di noi, e questo è assolutamente inaccettabile. Noi apertamente, a volte pubblicamente e a volte privatamente, trasmettiamo il messaggio che gli interessi azerbaigiani nel Caucaso meridionale devono essere rispettati. Se qualcuno vuole ignorare i nostri interessi, sarà un errore, un errore di calcolo e, ancora una volta, una delusione. Quindi, spero che si verifichino dei cambiamenti, indipendentemente dall’esito delle elezioni presidenziali.