Buongiorno gente, allora oggi parliamo di insegnamento.

Se avete visto altri miei post sapete che parlo un po’ di tutto, questo perché da un lato sono una persona molto orizzontale, proprio a livello formativo, dall’altro perché faccio politica. Tuttavia essendo l’insegnamento una delle strade che perseguo per il mio futuro esso è un argomento sul quale mi sento di poter dare un contributo importante nel tempo.

Siccome insegnare sta diventando sempre più difficile magari è il caso di capire un attimo quale sia la situazione. Partiamo da quella che poi è la premessa, la scusa se vogliamo, utilizzata per giustificare alcune delle manovre più pesanti nei confronti dei futuri insegnanti (ma anche di chi già esercita):

secondo vari studi gli studenti Italiani sono relativamente mediocri rispetto ad altre nazioni https://www.statista.com/statistics/1084528/europe-pisa-results-by-category/

https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2024/Rilevazioni_Nazionali/Rapporto/Sintesi%20primi%20risultati%20prove%20INVALSI%202024.pdf

si noti comunque un leggero recente miglioramento, dato da tenere in considerazione dopo, verso la fine.

Ora questo ""problema"" viene sbandierato per giustificare una serie di misure che prevedono un’ulteriore preparazione aggiuntiva per i futuri insegnanti.

Ad ora, nell’ultimo anno diciamo è necessario dopo o durante la laurea magistrale conseguire altri 60 CFU volti al miglioramento della formazione dello studente in ottica di didattica, pedagogia e via dicendo più un ulteriore anno di tirocinio.

Per quest’anno di tirocinio (ovviamente non pagato, siamo in Italia dopotutto) non vale avere insegnato precedentemente, con la messa a disposizione per esempio. Si deve fare e basta. Il tetto massimo in termini di costo per questa formazione aggiuntiva è 2500€ e tale formazione può essere erogata anche dalle università telematiche.

Nella mia università non si terrà conto di ISEE, ma si farà solo uno sconto di 500€ se si è già iscritti, altrimenti 2500€ e via. Anche se si dovesse poter scontare qualche CFU da una formazione precedente, ebbene il costo non diminuirà.

Per quanto riguarda quando e come tali insegnamenti saranno erogati, c’è un po’ da mettersi le mani nei capelli, tra sovrapposizione con le lezioni, roba improvvisata e continuamente cangiante, si parla anche di lezioni nel finesettimana.

Ovviamente poi c’è il concorso e questo di per sé ci sta.

Prima dell’ultima riforma dei 60 CFU c’era l’obbligo di conseguire 24 CFU in specifiche materie, una persona poteva conseguirli all’interno del regolare corso di studi. Si è ritenuta insufficiente questa preparazione (i malpensanti diranno che non entravano abbastanza soldi perchè era tutto includibile, ma staranno pensando male), che probabilmente serviva un percorso dedicato. Però guai ad aprire (per ovvi motivi) curriculum abilitanti, così chi vuole insegnare può sceglierli direttamente dall’inizio, G U A I. Ora ovvio aprire un percorso, un curriculum costa. (Ovviamente stiamo parlando di tutti quei settori che non sono dedicati da subito all’insegnamento, come matematica, fisica, biologia, chimica, lingue, filosofia)

Io lo vivo come un oltre al danno la beffa. Studiando matematica, già mi devo massacrare (con piacere eh) sulle materie regolari, poi devo anche sostenere tutto il resto? Per cosa poi? Ehhh ora ci arriviamo al per cosa, ma prima un’ulteriore analisi.

Ancor prima dei 24 CFU si faceva il concorso e o si otteneva il posto o si entrava in un percorso di abilitazione e formazione e poi si entrava. O meglio si entrava in graduatoria, perché io parlo da futuro insegnante, ma ci sono ad oggi 234000 precari (alla faccia del posto fisso eh!), i quali saranno anche scavalcati da chi i 60 CFU li ha già presi. S è giustizia questa ditemi voi (e ci sto rimettendo a dirlo)

Sicuramente grazie ai 60 CFU, nostri salvatori discesi dal cielo, i super preparati docenti sapranno insegnare bene e gli studenti miglioreranno. Forse. O forse non è questo il problema, che ne dite, cominciamo?

https://www.oecd-ilibrary.org/education/education-at-a-glance-2023_e13bef63-en

Questo documento sarà uno dei punti di riferimento del discorso, è un report sull’insegnamento in OECD.

Importante anche https://eurydice.eacea.ec.europa.eu/data-and-visuals/teachers-statutory-salaries#tab-1

Li rilinkerò quando necessario.

E se vi dicessi che nazioni migliori dell’Italia in termini di performance necessitano di meno requisiti per insegnare?

Prendiamo il caso della scuola superiore (insegnamento di livello ISCED 3-4)

https://eurydice.eacea.ec.europa.eu/data-and-visuals/teachers-statutory-salaries#tab-3

Austria, Irlanda, Regno Unito (ho cercato a mano), Latvia, Lithuania tutte migliori dell’Italia in termini di performance degli studenti richiedono solamente la triennale (Bachelor’s Degree). E di quelle che richiedono la magistrale, comunque poche hanno necessità di ulteriori requisiti, al massimo hanno un curriculum votato all’insegnamento. Simile all’attuale Italia è invece la formazione finlandese.

Francia

Spagna

Germania

Svezia

Andiamo avanti, andiamo avanti.

Magari potremmo buttare un occhio su quanto i governi dei vari paesi spendano per l’insegnamento, beh facciamolo.

https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=File:General_government_total_expenditure_on_%27education%27,_2022_.png

Sotto di noi abbiamo soltanto Irlanda, Romania, Bulgaria e Grecia, e di queste solo l’Irlanda è risultata migliore dell’Italia per quanto riguarda le competenze degli studenti.

Tutte le altre nazioni europee spendono di più.

A pagina 319 del documento OECD trovate anche i totali

Continuiamo ad analizzare.

Un docente, quanti studenti ha?

https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/ddn-20210907-1

da questo grafico sembrerebbe che l’Italia abbia pochi studenti per docente, però non mi torna, non torna con le indicazioni ministeriali, per cui le classi devono avere minimo 27 studenti https://www.miur.gov.it/formazione-classi#:\~:text=Le%20classi%20della%20scuola%20secondaria%20superiore%20sono%20costituite%20con%20un,di%2030%20studenti%20per% 20classe.

probabilmente il dato di quel grafico intende a livello complessivo e secondo me fa banalmente la divisione tra numero di studenti e numero di professori, ma questo non restituisce il numero di studenti per professore.

Per dire a liceo se io dovessi avere una prima, una terza e una quarta avrei sicuro una classe da 27-30 studenti e altre due che come numero saranno tra le 20 e le 10 unità, per un totale di circa 50 studenti a cui insegnare. Chiaro poi ci saranno altri professori, però le materie che insegno io, le devo gestire io. 50 compiti in classe, 50 interrogazioni, le devo gestire io. E pure loro.

Già se andiamo per dimensioni delle classi l’Italia si può vedere che è nel mezzo https://www.statista.com/statistics/1078267/students-per-class-in-europe/ che è già diverso.

Ed è pure importante comprendere quante ore lavori un insegnante (tabella D4)

Di nuovo, l’Italia sta nel mezzo. Però queste sono le ore de iure. Perchè la quantità di lavoro svolto a casa, "dietro le quinte" è molto superiore a quanto dichiarato. Quantomeno se il docente tiene alal professione. Si tratta se vogliamo di straordinari non pagati. E a proposito di pagamenti, andiamo un attimo a vedere gli stipendi, che ne dite?

https://eurydice.eacea.ec.europa.eu/data-and-visuals/teachers-statutory-salaries#tab-1

Levando le varie barre, si vede come per stipendio minimo l’Italia sia abbastanza mediocre, trovandosi a metà e a parte un paio di eccezioni ciò che è sotto l’Italia in termini di stipendio, è sotto l’Italia anche come rendimento degli studenti.

Ma c’è di più a parte che si ottengono dati simili se si guarda alla paga oraria, anzi essa sembrerebbe migliorare la nostra posizione, se non fosse che vi sono tutte quelle ore non ufficiale. Certo uno può dire le hanno le altre nazioni, ma io ho i miei dubbi essendoci secondo me un problema di mentalità dietro.

Se si guarda poi all’avanzamento di carriera e quanto in più si possa fare si nota come l’Italia sia abbastanza indietro. Più in generale comunque c’è da tenere conto di una cosa: gli stipendi dei docenti non hanno tenuto il passo dell’inflazione. Facendosi i conti, usando il 2003 come anno base chi insegna oggi guadagna circa quattro quinti (in proporzione), di chi iniziava ad insegnare del 2003.

Poi si può parlare delel condizioni di vita negli altri paesi, sicuramente, ma secondo me il nocciolo è questo qui: si rende l’insegnamento sempre meno accessibile e sempre più frustrante.

la maggior parte dei gravi casi di cronaca che coinvolgono gli insegnanti raccontano di problemi slegati alla formazione e al massimo connessi alle tendenze criminali dei docenti stessi.

Si ha inoltre un depauperamento della capacità educativa del docente perché la sua figura è sempre più sminuita. Anzi è diventato quasi rischioso educare correttamente gli studenti, bocciarli, mettere voti bassi, mettere note, rimproverare. Le famiglie sostengono questi comportamenti e spesso li difendono.

Gli insegnanti hanno una concreta difficoltà trovandosi quasi da soli e soprattutto ostacolati nello svolgere il proprio mestiere. Ancora ancora ci fosse un bellissimo stipendio dietro, ma diventa invece massacrante e umiliante.

Tra l’altro si è avuto un percorso di intenzionale peggioramento della formazione scolastica, voluto a livello ministeriale, perchè gli istituti di formazione secondaria stanno venendo sempre più convogliati verso un insegnamento volto al lavoro immediato. (Attenzione, non vi è nulla di sbagliato per i professionali, ma può essere, e anzi un problema per i licei)

  • La riforma Moratti. Che introdusse l’alternanza scuola lavoro per i licei.
  • La riforma Gelmini. E tutti i suoi tagli, sia alle ore, sia al personale.
  • La Buona Scuola. Con l’obbligo di alternanza scuola lavoro.

Aggiungiamo magari anche la trasformazione della scuola da luogo di vita e formazione a semplice luogo di studio e apprendimento. I ragazzi non rimangono a scuola se non per corsi, le mense sono molto rare, una diluizione dell’orario comprendendo il pomeriggio non viene effettuata.

E nel frattempo l’onere addosso ai docenti (attuali e futuri) aumenta.

Quindi sì, poi uno se lo chiede, ma chi me lo fa fare di prendermi sti 60 CFU, se devo andare in questa direzione.

Questo è il post. Forse verso la fine è diventato mediocre, ma mi sono un po’ stancato ed è diventato lungo. Come politico e come futuro docente queste questioni mi stanno a cuore. Tra settembre e ottobre ho intenzione di smuovere seriamente le acque. Questa se volete è un po’ una prova, una prima brutta dei discorsi che porterò avanti dopo.

Spero possa interessarvi e anzi invogliare ad una riflessione approfondita e ad un dibattito con conseguenti riflessioni. Vedremo, vedremo..

L'insegnamento in Italia: tra 60 CFU, stipendi bassi, malizia e abusi di ogni sorta
byu/AkagamiBarto initaly



di AkagamiBarto

1 Comment

  1. Mirieste on

    Vi do io il paradosso più grande; poi giudicate voi.

    Un laureato triennale in matematica può essere regolarmente assunto dalla propria università per fare il tutor della didattica: dopotutto al 90% lo fanno gli *studenti* magistrali, che essendo studenti per definizione ancora non sono *laureati* magistrali. Il tutoraggio si fa agli studenti triennali, spesso matricole ma non solo, su argomenti che sono quindi universitari: perciò analisi I e II, algebra lineare, matematica discreta; a volte anche teoria dei gruppi e oltre, se il tutoraggio lo si fa proprio agli studenti del corso di laurea in matematica.

    Ma un laureato triennale in matematica **NON** può insegnare a scuola senza la laurea magistrale. Né superiori, né medie.

    Col risultato che un laureato triennale *non* ha la capacità legale di insegnare come risolvere un sistema di equazioni di primo grado al biennio delle superiori, ma ha la capacità legale di essere pagato dall’università per dare lezioni o aiuto privato su spazi vettoriali, funzioni a più variabili o teorema d’omomorfismo.

    Qual è il senso?

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