Nel secondo trimestre del 2024, l’Italia risulta essere il terzo paese al mondo per riserve auree in tonnellate detenute dalle banche centrali, dopo Stati Uniti e Germania
A guidare la classifica dell’oro detenuto dalle banche nazionali sono gli Stati Uniti, che ne possiedono 8.133,46 tonnellate. A seguire, la Germania, con 3.351,53 tonnellate. Subito dopo arriva l’Italia: nelle casseforti del nostro Paese ne sono custodite 2.451,84.
Al quarto posto, un altro Stato dell’Europa occidentale, la Francia, con 2.436,97 tonnellate.
Va detto però che la classifica cambia se si considera l’oro come riserva valutaria (Fx reserves). In questo caso saldamente in testa è la Cina, con 3.285.272 milioni di dollari, seguita a parecchia distanza dal Giappone, a 1.168.515,75 milioni di dollari. Gli Stati Uniti ne possiedono ‘solo’ 232.299,14 milioni. L’Italia, molto più sotto, detiene 85.158,61 milioni di dollari.
Poco sotto, al quinto posto, troviamo un altro paese del continente europeo, la Russia, con 2.335,85 tonnellate. E solo al sesto posto troviamo, quantomeno prendendo come metro di misura le tonnellate, il gigante dell’Asia, la Cina, a 2.264.32 tonnellate
https://www.agi.it/economia/news/2024-08-20/italia-a-sorpresa-terzo-paese-mondo-riserve-oro-27546449/
di giuliomagnifico
5 Comments
Se ve lo chiedete, la differenza è che nel primo caso è l’oro fisico detenuto dalla banca d’Italia, nel secondo sono tutte le riserve nazionali, come valute estere, bond, titoli, ecc..
Non si potrebbe usare queste grandi riserve per risolvere o ripianare alcuni dei mille problemi finanziari del Paese?
Magari qualcuno sa spiegare perché sarebbe una cattiva o una buona idea
“A sorpresa” per chi ha scritto l’articolo, forse, ma non è una novità: [stando a wikipedia](https://it.m.wikipedia.org/wiki/Riserva_monetaria) è così almeno dal 2010.
“We are rich, bro” “Sure bro, just don’t check your public debt “
Bretton Woods, no? Valuta estera convertibile in dollari e da lì in oro che arrivava a pacchi grazie al boom economico.
Di fatto il tesoretto dei nonni, solo che non sono qualche buono fruttifero ma miliardi di euro