Usciva il 7 Settembre 1973 "Zarathustra"considerato oggi uno dei migliori album prog non inglesi. Si tratta di un concept album basato su "Così Parlo Zarathustra" di Nietzsche, una delle opere preferite dai componenti dei "Museo Rosenbach"
All’uscita dell’album, il gruppo venne subito visto male e accusato di fascismo a causa di vari fattori, il primo è il busto di Mussolini nel collage di foto, e poi proprio la base su cui si basava l’album, Zarathustra e il Superuomo, ancora considerati come "genitori" dell’ideologia Nazista.
La RAI, allora principale mezzo per ottenere visibilità, censurò l’album, e pochissime radio trasmireso i loro pezzi.
Invece l’ambiente prog (profondamente di sinistra) ostracizzò l’album facendone cadere le vendite e danneggiò in modo quasi irreparabile il nome dei "Museo Rosenbach"
Ma i Museo Rosenbach erano davvero fascisti? No, si tratta tristemente di una grossa incomprensione. Come dice Moreno in un intervista, nessuno allora capì il significato del davanti e soprattutto del retro della copertina, molti si fermarono al nome del disco e al Duce.
Il retro della copertina mostra due braccia, una con la siringa nella vena , che rappresenta la povertà e il degrado, e poi un braccio ben vestito che nel suo pugno stringe le persone, ovviamente rappresenta l’oppressione.
Guardando il volto invece si vedono celle,bambini poveri e Mussolini, colui che per eccellenza tolse la libertà agli italiani. Se uniamo i puntini quindi si può ben capire che la copertina è tutt’altro che fascista, parla di povertà, oppressione e libertà.
Invece per quanto riguarda Zarathustra, come detto prima era uno dei libri preferiti da Moreno (bassista dei Museo), che non considerava Zarathustra come figura ispiratrice di una delle ideologie più mostruose della Storia, ma come un personaggio profetico positivo, raccontato con toni favolistici e quindi adatto per un album prog.
A causa di questo flop, causato da Rai e ambiente di sinitra, il gruppo non riuscì mai a riprendersi del tutto e per vari impegni e dubbi, la band si sciolse nel 1974.
Negli anni uscirono altri album come "Uscita" nel 2000 e "Barbarica" nel 2013, ma non sono lontanamente paragonabili a "Zarathustra".
Nel 2015 morì uno dei componenti fondamentali, Giancarlo Golzi il batterista e forza motrice dei Museo Rosenbach, come detto da Moreno,con la sua morte è impossibile sperare in un nuovo album
Infine, un’ultima nota sulla copertina. In origine, il collage avrebbe dovuto includere templi antichi, per richiamare l’idea del museo suggerita dal nome del gruppo. Tuttavia, la casa discografica Ricordi prese la decisione di modificarla, dando vita alla versione che suscitò tante polemiche.
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di -Fornjotr-
5 Comments
Volevo condividere con voi la storia ,purtroppo triste, di uno dei miei album preferiti e magari farvelo ascoltare. È un album complesso con sonorità che vanno dall’epico al calmo anche velocemente, con una tastiera importante
Conoscete anche voi gruppi o album con storie simili che vennero oscurati o completamente censurati a causa di incomprensioni?
perchè i downvote?
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OP, mi sa che la gente non è ancora pronta per questo grandissimo album che mi ascolto almeno una volta all’anno. L’unico difetto è che è davvero troppo corto.
Mah, così a naso, uno che infila in copertina il busto del Duce quantomeno lo fa per fare scalpore. Complimenti, missione compiuta.
Non avevo mai sentito parlare né dell’album né dei Museo Rosenbach, e ti ringrazio perché mi è piaciuto veramente tanto.
Vorrei segnalare il fatto che quei coglioni di Spotify hanno una versione ridotta (quasi dimezzata) di questo album. Mancano le tre tracce “Degli uomini”, “Della natura” e “dell’eterno ritorno”.
Comunque merita assolutamente. Forse il miglior album prog italiano di sempre.