A Pivetti sono state riconosciute le attenuanti generiche, benché il pm Giovanni Tarzia aveva proposto non fossero concedibili a «una persona che ha avuto modo di conoscere le Istituzioni dello Stato dall’interno, ha rivestito la terza carica dello Stato, è beneficiaria di un assegno vitalizio alimentato dalle imposte pagate dai cittadini, e dalla quale pertanto è lecito pretendere una particolare sensibilità rispetto agli obblighi di legge tributari»

Rogatorie internazionali in 10 Paesi hanno convinto il collegio presieduto da Angela Scalise dell’esistenza, a carico di Pivetti, di operazioni soggettivamente simulate nel 2016 nell’aver prima acquistato per 1,2 milioni di euro una scuderia di auto da corsa (tre fuoriserie, un autotreno, il sito Internet, il logo con un cavallino Ferrari, pezzi di ricambio storici) appartenente a due società dell’ex pilota Leonardo Isolani e della moglie Manuela Mascoli, e nell’averla poi rivenduta per 10 milioni alla società cinese More & More Investment del gruppo Daohe. Ma per il pm nessuno dei beni al centro dei contratti, eccetto il marchio con logo del cavallino rampante, fu davvero trasferito a Pivetti e poi al compratore cinese, il sito Internet era inesistente, le auto rimasero nella disponibilità dei coniugi Isolani a Tenerife in Spagna, e l’autotreno era pignorato

Questo milanese non è l’unico processo in corso a Pivetti nella veste di imprenditrice: nel giugno scorso, infatti, a Busto Arsizio il pm Ciro Caramore ha chiesto e ottenuto dalla giudice Anna Giorgetti di rinviare a giudizio Pivetti per frode in forniture pubbliche sulla compravendita dalla Cina di mascherine per 35 milioni in pandemia Covid.

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/24_settembre_26/irene-pivetti-condannata-a-4-anni-di-carcere-per-evasione-fiscale-e-riciclaggio-le-ferrari-vendute-per-finta-in-cina-con-il-pilota-leo-isolani-08a5454e-d672-444f-8adf-0c58cbf2cxlk.shtml

di giuliomagnifico

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